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05 febbraio 2019

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Cenni e breve storia di Sottomarina

Il centro abitato ha origini antiche: alla fine del VII secolo era denominato Clodia minor.
Il borgo era governato da un tribuno e poteva contare su numerose chiese, un piccolo ospedale e un castello a torre.
Quella che si presentava come una sottile striscia di terra a sud della laguna di Venezia
era collegata con Chioggia attraverso un ponte di barche dotato di torri difensive che nel canal Lusenzo raggiungeva l’isola di San Domenico;
il borgo era compreso tra l’ingresso del porto a nord e l’attuale mercato vecchio a sud (campo cannoni)
La conformazione territoriale di Sottomarina subì numerose trasformazioni nel corso dei secoli:
completamente distrutta nel 1379 durante la guerra tra genovesi e veneziani,
Sottomarina rimase disabitata e soggetta a continue inondazioni per la scomparsa delle difese a causa del divieto di riedificazione imposto da Venezia, fino alla 2ª metà del XV secolo, ma la ricostruzione avvenne solo nella seconda metà del XVII secolo.
Alla fine del XIX secolo il fiume Brenta venne deviato per evitare l’interramento della laguna, e durante gli anni trenta fu costruita la diga sud del porto di Chioggia, San Felice (assieme a San fortunato patroni di Sottomarina);
gli apporti detritici allargarono di molti metri il litorale, trasformando nuovamente il territorio.
Attualmente la spiaggia e la zona turistica di Sottomarina sono attrezzate con alberghi, campeggi e residenze privati per migliaia di posti letto.
Sottomarina ad oggi è collegata a Chioggia da un ponte, ma storicamente ne è divisa per vocazione e mentalità di pensiero (pescatori i chioggiotti poco propensi al risparmio, ortolani i marinanti con più attitudine al mettere da parte).
Nel tempo i marinanti hanno sfruttato appieno le innumerevoli opportunità imprenditoriali, installando numerosissime strutture ricettive, la cui gestione ha mutato notevolmente la vocazione dei marinanti da agricoltori ad albergatori.
La spiaggia di Sottomarina si estende per circa cinque-sei chilometri, dalla diga di San Felice presso la bocca di porto di Chioggia a Nord, alla diga presso la foce del fiume Brenta a sud.
Le due dighe delimitano, rispettivamente, il confine settentrionale e meridionale della zona balneare di quella che è la frazione più popolosa del Comune di Chioggia.
Il litorale è caratterizzato da una sabbia finissima, con grande presenza di augite, quarzo, silicati ed elementi micacei.
Sulla spiaggia sorgono numerosi stabilimenti balneari, nonché punti di ristoro, ristoranti, pizzerie, parchi acquatici, parchi divertimento.
Essendo la spiaggia un’area demaniale, l’accesso è garantito gratuitamente mediante appositi passaggi, posti parallelamente agli stabilimenti balneari;
inoltre esiste qualche area di spiaggia non gestita dagli stabilimenti, quindi liberamente usufruibile dal pubblico.
Sottomarina si divide, tradizionalmente, nella parte “vecchia” e in quella “nuova” situate rispettivamente a nord e a sud della frazione.
La parte vecchia assomiglia di più a Chioggia, mentre la parte nuova si estende verso sud, con costruzioni più recenti,
in questa zona, sorgono le numerose strutture ricettive, che sono concentrate prevalentemente lungo il Lungomare Adriatico, dove sono presenti inoltre numerosi locali giovanili.
Le piazze principali sono: Piazza Europa, Piazza Italia e Piazza Todaro, tutte e tre relativamente vicine e molto frequentate, soprattutto d’estate quando il centro è affollato di turisti e di giovani.
I “murassi”, cioè grossi muraglioni, fu l’ultima grande opera della Repubblica Serenissima prima della sua caduta
avevano lo scopo di difendere dalle onde marine l’abitato di Sottomarina e di Pellestrina.
In origine il litorale era difeso da palafitte rinforzate da sassi e sabbia e poi da una fitta serie di pali in legno chiamati “palàe”.
Tuttavia entrambe le soluzioni erano incapaci di resistere alla furia del mare in burrasca
Nel 1716 Vincenzo Maria Coronelli, cosmografo ed ingegnere della Serenissima, propose la costruzione di difese in pietra e Bernardino Zendrini, idraulico della Repubblica, diede inizio ai lavori il 24 aprile del 1744. Si tratta di muraglioni fatti con grossi massi in Pietra d’Istria, cementati con pozzolana, sopra strati di ciottoli ben compatti e grosse palafitte.
Sono alti 4,5 metri sopra la media del livello del mare, misurano circa un metro di spessore sul ciglio e 14 metri alla base, mentre verso il mare sono difesi da una abbondante gettata di scaglioni. Costarono in tutto 20 milioni di lire venete.
I Murazzi di Pellestrina, lunghi oltre 4 chilometri, sono stati terminati nel 1751, mentre quelli di Sottomarina,
lunghi 1.270 metri ma con parecchi tratti oggi demoliti tra cui uno consistente tra la scuola Todaro e l’istituto delle suore Serve di Maria, hanno visto la chiusura dei lavori nel 1770.
La loro funzione cessò tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, quando il mare cominciò a ritirarsi formando l’attuale, ma allora inaspettato, arenile, per cui si trasformarono in una sorta di linea di demarcazione tra la vecchia e la nuova Sottomarina.